Se sei un appassionato di vini e sogni un matrimonio ad esso ispirato, le Langhe sono una delle migliori wedding location in Italia. Noi di Coquette Atelier abbiamo chiesto a Francesca Venturello alias Langhuorino di selezionare 4 etichette per un menù nozze perfetto.
Perché nelle Langhe bisogna perdersi, scendere e salire dalle morbide colline, scoprirne i filari, le vecchie osterie, le cantine proiettate verso il futuro e le famiglie di vignaioli da generazioni
Matrimonio nelle Langhe: fra botti di vino e colline
Un giorno le sue tasche sono diventate così piene di indirizzi e bigliettini da visita di ristoranti e cantine che Francesca ha deciso di raccogliere tutte le sue scoperte di questo meraviglioso territorio Patrimonio dell’Unesco in un blog. Langhuorino è così diventato il punto di riferimento per tutti gli amanti del vino, del trekking con bambini o senza, di chi fugge dalla città per una giornata o per chi decide di fare qui la luna di miele. Perché nelle Langhe bisogna perdersi, scendere e salire dalle morbide colline, scoprirne i filari, le vecchie osterie, le cantine proiettate verso il futuro e le famiglie di vignaioli da generazioni. È un luogo sospeso nel tempo che profuma di antiche tradizioni.
1. Quando ti sei resa conto che la tua passione per le Langhe poteva essere condivisa?
Ho iniziato a scrivere il blog per gioco nel 2007. Abitavo a Torino e lavoravo nell’ufficio commerciale del Salone Internazionale del Libro. Gli editori mi chiedevano tutto l’anno consigli sulla città: dai ristoranti agli hotel, dai locali per gli aperitivi ai luoghi dove organizzare eventi. Si affacciavano in Italia i primi blog e ho iniziato a raccontare le mie esperienze online. Ho avuto in breve tempo un ottimo riscontro di lettori, così ho aggiunto le Langhe per le gite fuori porta. Quando mi sono trasferita a vivere in campagna ho deciso di abbandonare il racconto di Torino per concentrarmi solo su Langhe, Roero e Monferrato.
2. Negli ultimi anni un pubblico sempre più ampio si è avvicinato al mondo dei grandi vini piemontesi, ma tu ti ricordi quando hai assaporato la tua prima grande etichetta?
Tante grandi etichette le ho assaggiate al ristorante stellato La Ciau del Tornavento di Treiso (Cn). Non a caso direi, vista la sua monumentale cantina con più di 70.000 etichette. La prima grande etichetta è stata un immenso Barbaresco Sorì San Lorenzo di Gaja in occasione del matrimonio di mia sorella, che aveva scelto proprio questo ristorante per la cerimonia nel mese di dicembre. Un numero ristretto di ospiti, l’atmosfera natalizia, il grande camino acceso e la splendida vista sulle colline sono stati la cornice ideale di una memorabile serata.
3. In un perfetto matrimonio nelle Langhe il vino non si può sbagliare, la tua selezione per accompagnare un menù tipico, dall’aperitivo alla torta nuziale?
Scegliere nell’immensa proposta vinicola di queste colline è molto, molto difficile. Mi rendo il compito più semplice raccontandovi più di una etichetta per ogni portata. Partiamo dall’aperitivo.
Andrei su un grande classico come l’Alta Langa For England della Cantina Contratto di Canelli (AT) per celebrare una delle grandi realtà storiche del territorio, oppure l’Alta Langa Brut di Ettore Germano, grande famiglia di vignaioli di Serralunga d’Alba (Cn).
Accompagnerei gli antipasti con un vino fruttato e minerale, come il Langhe Rossese Bianco di Josetta Saffirio, piccola chicca di una giovane e vulcanica vignaiola di Monforte d’Alba (CN) o un succoso Rosato di Sette, azienda monferrina che vede tra i suoi soci Gianluca Colombo, un bravissimo giovane enologo del territorio e titolare di un’altra azienda vinicola: Segni di Langa. E proprio di Segni di Langa sceglierei il suo Pinot Nero ad accompagnare i primi. Sono una grande amante di questo vitigno: il suo esprime un’eleganza e finezza incredibili, a mio parere uno dei migliori d’Italia. Altra mia grande passione sono i vini dell’astigiano: Barbera d’Asti e Nizza. In alternativa al Pinot Nero propongo quindi una Barbera d’Asti Superiore della Tenuta Olim Bauda di Incisa Scapaccino (AT) o un Nizza Cipressi di Michele Chiarlo.
Per i secondi, Barbaresco. I miei preferiti: la pienezza del Serraboella dei Fratelli Cigliuti di Neive (Cn) e la vivacità espressa in bottiglia da Paolo Veglio di Cascina Roccalini.
Infine, il dolce: sicuramente un Moscato, vino che oltretutto potrei quotidianamente sostituire con il caffè! Il mio preferito? Il Moscato d’Asti Ca’ du Sindic dei Fratelli Grimaldi: pesca bianca, salvia e una dolcezza equilibrata lo rendono perfetto per il fine pasto. Ancora una piccola chicca per chiudere in bellezza. Un goccio di sorprendente passito Loazzolo del Forteto della Luja. La più piccola Doc d’Italia si trova a 500 metri di altitudine, inserita in un’oasi naturale di orchidee selvagge e farfalle variopinte. Quale migliore augurio di felicità per i futuri sposi?

Francesca del blog Langhuorino